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Giulia-Imbriani's avatar
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Il paesaggio autunnale scorre veloce
davanti ai miei occhi, in un trionfo di
colori e sfumature calde. Cielo grigio,
terra bruna, fiume argenteo, foglie e piante
rosse, gialle, arancioni. Foglie che danzano,
in una cascata di fuoco, malinconiche.
Quei rami spogli che si sforzano per
arrivare a toccare il cielo; il sogno di
raggiungerlo non sembra essere solo
dell'uomo. Il vetro del finestrino è
opaco e rende tutto più lontano di quanto
in realtà non sia. Sono in treno, sono
partita. Per dove? Non lo so. Perché?
Pace. Voglio solo un po' di pace. Il
paesaggio scorre, come scorre il tempo,
come scorre la vita. Ricordo...
Il parcogiochi di quando ero bambina, dove
andavo spesso, uscita da scuola. Una volta
arrivata alle scuole superiori, non abitando
più in città, andavo su una di quelle
panchine a disegnare. Come mi piace
camminare nel vialetto alberato, in mezzo
a tutte quelle foglie gialle. Andare in
altalena, arrivare sempre più in alto,
come i rami di questi alberi che hanno
visto crescere generazioni. L'autunno,
la stagione più bella. Tutto cade, tutto
muore, per dare nuova vita. Con i suoi
colori meravigliosi.
Le passeggiate, da sola o in compagnia,
in riva al fiume. Osservare l'acqua
grigia, sporca dell'Arno scorrere leggera,
scivolare calma. I canottieri passavano ogni tanto
infreddoliti. Mi sedevo su una panchina ad
osservare il fiume e la riva opposta, dove
sorgevano case, palazzi, con le note di un
pianoforte in sottofondo.
Leggere un libro in un parco dà una sensazione
di pace interna incredibile.
Il paesaggio scorre, oltre questi vetri sporchi.
Le foglie rimaste, l'ultimo segno di vita, lasciano
spazio alla candida e gelida neve, che appesantisce
i rami; i più piccoli e giovani non ne reggono
la massa e si spezzano. Il fiume ghiacciato. Ora
ricordo...
La campagna attorno casa, le colline, i vigneti
e i campi di ulivi. Tutto bianco. Si riscopre il
piacere di passare il tempo fuori, perso
durante le spoglie e fredde giornate invernali.
Tutto sembra nuovo, diverso. Tutto sembra
magico. Esplorando il giardino, si arriva fino al
castello in cima alla collina, anch'esso coperto
di neve. Quando però si scioglie tutto,
sembra che il paesaggio pianga, gli alberi sembrano
tristi. L'atmosfera è più grigia del solito.
Saltare nelle pozze ghiacciate, per romperne la
superficie, era il mio passatempo nelle passeggiate
solitarie d'inverno. Poi, all'improvviso, è
solo acqua.
Il paesaggio scorre rapido e
nasce nuova vita, torna il colore,
delicato, per poi esplodere in tutto il suo
splendore; e ricordo...
Le giornate iniziano ad essere più
luminose, le temperature salgono
lievemente. La primavera nasce, come
dentro di me nasce una sensazione calda,
piacevole, che profuma di fiori. L'allegria
che mi trasmettono gli alberi, i parchi,
tornati ad essere verdi, con punte di
colore, come un acquerello. La voglia
di correre in un prato cresce, fino a
scappare; e sono costretta
a correre, per riacchiapparla. Fiori,
fiori ovunque. L'acqua riflette l'azzurro
del cielo; le nuvole, bianche e spumose,
sembrano vicinissime, quasi si potessero
mangiare. Sicuramente sarebbero
dolcissime. L'atmosfera è piena di vita,
ovunque mi giri c'è vita. E mi viene
voglia di saltare, per poi stendermi
esausta sul prato e dormire.
Apro gli occhi.
Il paesaggio scorre,
confuso; da verde e vivo diventa più
luminoso. Fa caldo. Il fiume è sparito,
si è tuffato. E' arrivato alla sua meta.
Mi volto. Quasi dimenticavo di non essere sola.
Con gli amici più cari, chi dorme, chi legge,
chi guarda fuori del finestrino. Dove stiamo
andando? Ah, sì.
Sì, ricordo...
Il profumo salino, il vento
tra i capelli, la brezza sul viso. La roccia
sotto ai piedi. Il mare, blu e immenso.
L'acqua che brucia gli occhi; ma è così bello
rilassarsi qui. In contatto con la natura,
immersa in acqua per combattere il caldo
afoso dell'estate. L'unica cosa che vorrei
fare è dormire. Un senso di estrema
stanchezza pervade l'intero corpo, rendendomi
debole. Sotto il sole cocente di agosto, l'unico
riparo è un albero, gli sono grata. Il
senso di spossatezza che provo, però, è
pesante, torno a desiderare l'autunno.
Un sogno? Mi volto. Il vagone è vuoto.
Stupida malinconia. Ora sono da sola. Un
viaggio solitario, ristoratore. Guardo oltre
il vetro. Il paesaggio scorre, inesorabile.
La mia meta...
Macchie gialle e rosse danzano, come fanciulle inconsapevoli
della loro bellezza. Il terreno morbido, scricchiola
sotto ai miei passi. Il cielo è grigio, perlato.
Un vento delicato mi carezza il viso, asciugando
una timida lacrima. Niente panchine, qui.
Solo un prato immenso con piante ed alberi
ovunque. Non sono più stanca, solo tranquilla.
Mi stendo a terra, su un materasso di foglie.
Sopra di me il nulla e, di conseguenza, il
tutto. Piccole intruse rompono il cielo grigio,
volteggiando leggiadre. Malinconia, l'emozione
in me sempre presente. E' autunno, sono
in un campo. Sono sola? Affatto, sono in compagnia
della Natura. Ecco la pace che cercavo.
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